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Immagine del redattoreAvv Aldo Lucarelli

Pianta Organica e Farmacia Rurale

Ci viene posto il quesito:


puo' una farmacia rurale sollecitare la revisione della pianta organica delle farmacie comunali ?

e quindi se in caso di mancata attivazione da parte del Comune è possibile per il farmacista rurale agire dinanzi al TAR.



Il quesito nasce da un #farmacista #rurale che a suo dire si sentiva leso dalla mancata #revisione biennale della #pianta #organica e la conseguente mancata rendicontazione dell'andamento demografico (decrescente) della popolazione.


per rispondere a tale quesito, di cui anticipiamo la riposta (negativa) è opportuno evidenziare che giova rammentare che l’art. 1 della legge n. 475 del 1968, per quanto qui rileva, dispone che


«L’autorizzazione ad aprire una farmacia è rilasciata con provvedimento definitivo dell’autorità sanitaria competente per territorio. Il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 3.300 abitanti». Il successivo articolo 2 dispone, al primo comma, che «Ogni comune deve avere un numero di farmacie in rapporto a quanto disposto dall’articolo 1. Al fine di assicurare una maggiore accessibilità al servizio farmaceutico, il comune, sentiti l’azienda sanitaria e l’Ordine provinciale dei farmacisti competente per territorio, identifica le zone nelle quali collocare le nuove farmacie, al fine di assicurare un’equa distribuzione sul territorio, tenendo altresì conto dell'esigenza di garantire l’accessibilità del servizio farmaceutico anche a quei cittadini residenti in aree scarsamente abitate» e, al secondo comma, che «Il numero di farmacie spettanti a ciascun comune è sottoposto a revisione entro il mese di dicembre di ogni anno pari, in base alle rilevazioni della popolazione residente nel comune, pubblicate dall'Istituto nazionale di statistica».


Ai sensi del primo comma dell’art. 5 l. n. 362 del 1991


«Le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, sentiti il Comune e l’unità sanitaria locale competente per territorio, in sede di revisione della pianta organica delle farmacie, qualora risultino intervenuti mutamenti nella distribuzione della popolazione del comune o dell’area metropolitana di cui all’art. 17 della legge 8 giugno 1990, n. 142, anche senza sostanziali variazioni del numero complessivo degli abitanti, provvedono alla nuova determinazione della circoscrizione delle sedi farmaceutiche».


La giurisprudenza ha più volte chiarito che, benché la legge non preveda più espressamente un atto tipico, denominato pianta organica,


resta affidata alla competenza del Comune la formazione di uno strumento pianificatorio

che sostanzialmente, per finalità, contenuti, criteri ispiratori ed effetti, corrisponde alla pregressa pianta organica (da ultimo, T.A.R. Marche, sez. II, 20 gennaio 2024, n. 64).


Alla luce delle disposizioni richiamate, la revisione della pianta organica delle farmacie si pone come necessario presupposto per la rilevazione delle variazioni del numero complessivo degli abitanti, così da giustificare una rideterminazione delle circoscrizioni delle sedi farmaceutiche e per l’esame delle domande di trasferimento (cfr. C.d.S., sez. III, 1 agosto 2014, n. 4090; T.A.R. Umbria, 3 dicembre 2018 n. 631).


Secondo il Tar Umbria 2024 «il termine biennale, previsto dall’art. 2, comma 1, della legge 2 aprile 1968, n. 475, per la revisione delle piante organiche delle sedi farmaceutiche ha carattere e natura ordinatorio-sollecitatoria, e da ciò consegue che non è illegittima la revisione disposta in ritardo rispetto ad esso.


Allo stesso tempo, tuttavia, si riconosce che sarebbe del pari illegittima (e come tale impugnabile) l’inerzia a provvedere - prolungata ben oltre tollerabili limiti di tempo - quando a ciò l'Amministrazione stessa sia stata intimata nelle forme di legge da parte di chi abbia un interesse giuridicamente tutelabile alla suddetta richiesta (TAR Lazio, Roma, sez. II, 14 luglio 2010, n. 25683).


... per giurisprudenza costante spetta ai Comuni il compito di identificare le zone in cui collocare nuove farmacie, per cui rientra nella sfera discrezionale loro riservata lo stabilire la localizzazione più idonea ai fini di una migliore accessibilità e fruibilità del servizio. ... il Comune dispone, nell’organizzazione della dislocazione territoriale del servizio farmaceutico, dell'ampia discrezionalità propria di tale categoria di atti, in quanto la scelta conclusiva si basa sul bilanciamento di interessi diversi attinenti alla popolazione, attuale e potenzialmente insediabile, alle vie ed ai mezzi di comunicazione e vari altri» (T.A.R. Umbria n. 631 del 2018 cit.).


Tanto premesso deve essere valutata l'istanza alla luce della natura "rurale" della farmacia che propone la revisione.



Come noto, ai sensi dell’art. 1 l. n. 221 del 1968, le farmacie sono classificate in due categorie:


a) farmacie urbane, situate in Comuni o centri abitati con popolazione superiore a 5.000 abitanti;


b) farmacie rurali, ubicate in Comuni, frazioni o centri abitati con popolazione non superiore a 5.000 abitanti. Le farmacie rurali, situate in località con meno di 3.000 abitanti, hanno diritto a un’indennità di residenza, stabilita da leggi regionali, a parziale compensazione della situazione di disagio in cui si trovano a operare (artt. 3 e 4 l. n. 221 del 1968).




Pianta Organica e Farmacia Rurale
Pianta Organica e Farmacia Rurale

Pianta Organica e Farmacia Rurale


In tema di trasferimento delle farmacie rurali, la giurisprudenza amministrativa ha chiarito che non è ravvisabile nell’ordinamento alcun principio di “libera scelta” del farmacista, dal momento che la farmacia rurale può essere autorizzata a trasferirsi solo ed esclusivamente all'interno della medesima zonizzazione nella quale è stata originariamente ubicata, onde non vanificare le ragioni di interesse pubblico che fondano la sua istituzione, e considerato, altresì, che il trasferimento è soggetto ad autorizzazione dell'Autorità competente, la quale deve verificare, fra l’altro, che la nuova ubicazione sia idonea a soddisfare le esigenze degli abitanti della zona (cfr. C.d.S., sez. III, 10 settembre 2018, n. 5312; Id., 20 luglio 2022, n. 6360; T.A.R. Umbria, 21 aprile 2021, n. 264).


Inoltre, la giurisprudenza amministrativa ha evidenziato che la disciplina di cui all’art. 104 del r.d. n. 1265 del 1934 in tema di riassorbimento nella individuazione del numero delle farmacie stabilito in base alla popolazione, in sede di revisione delle piante organiche, trova esclusivamente applicazione per le farmacie urbane, aperte in base al mero criterio della distanza e non anche alle farmacie rurali, istituite in base al criterio topografico (C.d.S., sez. III, 22 maggio 2019, n. 3334; Id., 9 aprile 2019, n. 2302; Id., 20 giugno 2018, n. 3807);


«tale limite si spiega in ragione della distinzione tra farmacia urbane e farmacie rurali. In base all’art. 1, l. 8 marzo 1968, n. 221, il criterio discretivo, fissato per la distinzione delle due categorie di farmacie urbana e rurale, è quello topografico-demografico, per cui sono "rurali" le farmacie situate in “comuni, “frazioni” o “centri abitativi con meno di cinquemila abitanti, ovvero in “quartieri periferici” non congiunti, per continuità abitativa, alla città. ... la mancata previsione legislativa del riassorbimento delle farmacie rurali nella determinazione del numero complessivo delle farmacie stabilito in base alla popolazione trova la propria ratio nella considerazione che le farmacie rurali sono destinate a far fronte a particolari esigenze dell’assistenza farmaceutica locale che prescinde dall’ordinario criterio della popolazione» (C.d.S., sez. III, 9 aprile 2019, n. 2302).


Ne consegue che, non potendo la disciplina sulle revisioni periodiche delle piante organiche in base alla popolazione avere ricadute sulla collocazione delle farmacie rurali come quella della nostra richiesta – la cui istituzione trova la propria ratio nella necessità di far fronte a particolari esigenze dell’assistenza farmaceutica locale, prescindendo dall’ordinario criterio della popolazione – quest’ultima non ha alcun interesse ad agire in giudizio affinché il Comune resistente provveda alla suddetta revisione biennale dalché ne deriva la NON ammissibilità della richiesta giudiziale.


Possiamo quindi affermare che


La revisione della pianta organica per una farmacia rurale é un atto programmatorio che non può modificare l’ubicazione delle sedi istituite con criterio topografico.

Il farmacista rurale quindi non ha interesse a chiedere la revisione della pianta organica per quel che riguarda la sua dislocazione

Prima di congedarci una riflessione, se la giurisprudenza amministrativa maggioritaria NON ritiene ammissibili ricorsi da parte del farmacista rurale sui presupposti che abbiamo illustrato, ad avviso di chi scrive, non è comunque da escludere un interesse valido per poter avviare una ISTANZA nei confronti del Comune di riferimento e della relativa ASL con l'onere tuttavia di evidenziare quale sia l'interesse sotteso a tale richiesta.



Studio Legale Angelini Lucarelli

Avv. Aldo Lucarelli


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